Palio del Ruzante VE

La manifestazione, risalente al 1500, rievoca gli antichi mestieri dei barcari e dei tiranti, e coinvolge i 10 comuni della Riviera del Brenta.

I barcari, prima dell’avvento novecentesco del motore, usavano imbarcazioni tipo burcio per il trasporto di merci: navigavano a seconda, quando si poteva seguire il filo della corrente e quando questo permetteva una discreta velocità; a vela, solo se il vento era favorevole; a remi, con barche piccole; ma il modo più diffuso e più pittoresco era certo il traino. Per trainare, quando possibile, si utilizzavano gli animali altrimenti era compito di uno dei barcari: il paròn se ne stava in barca a reggere il timone mentre il marinero, ossia il garzone, trainava dalla riva.

Lungo il Naviglio della Brenta, la via più naturale che univa la Serenissima a Padova e alla sua terraferma, coloro che trainavano dalla riva le imbarcazioni venivano chiamati tiranti. Di questo antico mestiere, vi sono testimonianze antichissime, come nella Lettera ai tribuni marittimi di Cassiodoro; nel Cinquecento a Mira era attiva una faglia – una sorta di associazione professionale o sindacato – deputata a gestire gli affari dei lavoratori che trainavano le imbarcazioni dalle rive.

Il Palio oggi è una competizione a cronometro e le squadre partecipanti si sfidano a trainare una peata di diverse tonnellate; si svolge in due manches, una in favore di corrente e l'altra controcorrente, in un tratto di fiume misurato, che varia fra i 150 e i 200 metri. La barca è trainata da cinque tiranti ed è possibile sostituirne fino a tre nella seconda manche, per cui le squadre debbono essere composte da otto persone.

Periodo di svolgimento della manifestazione: quarta domenica di settembre

Per informazioni:

Proloco di Fiesso d’Artico (VE)
E-mail: prolocofiessodartico@virgilio.it
Facebook: Proloco di Fiesso d’Artico

Percorsi in cui la tappa è presente

Palii e rievocazioni storiche - Venezia
Percorso culturale

Palii e rievocazioni storiche - Venezia

Parlare di rievocazioni storiche significa, per un veneto, raccontare un’esperienza emotiva oltreché una testimonianza, una memoria, una tradizione.