Giornata di riscaldamento 23 aprile 2020

 

Giornata di riscaldamento 23 aprile 2020 copertina


Il 23 aprile, Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, si apre ufficialmente l'edizione 2020 di Il Veneto legge con il Riscaldamento della Maratona di lettura.

La Regione del Veneto organizza dalle 12.30 alle 22.00 una staffetta di video-letture di “Sillabari veneti” di Goffredo Parise (ed. Ronzani editore), con l'introduzione di Giuseppe Cantele, direttore editoriale di Ronzani Editore.
 

 

 

Ore 11.30
Video intervista Cristiano Corazzari - Assessore alla Cultura della Regione del Veneto
Presentazione della IV edizione della Maratona di lettura
 

 

Giuseppe Cantele, direttore editoriale di Ronzani Editore
introduzione “Sillabari veneti” di Goffredo Parise (ed. Ronzani editore)
 

 

Programma della giornata (file .pdf)

Le video-letture sono, nell’ordine:

 

Pino Costalunga legge “Bambino”
“Un mattino presto d’inverno un uomo senza figli vide tra la brina e la boscaglia sulle rive del Piave un bambino dagli occhi celesti e mongoli in compagnia di un vecchio con un falcetto.”
Un racconto che ci porta dalle rive del Piave fino a Venezia e al Lido di Venezia in compagnia di un uomo che porta in gita un bambino che conosce solo i luoghi dov’è nato e vive.


 

Susi Danesin legge “Bontà”
Un giorno di settembre del 1941 alla stazione di Cortina d’Ampezzo una donna bionda e rotonda in compagnia di un bambino di dieci anni vestito da frate aspettava il “trenino” bianco e azzurro in arrivo da Dobbiaco.” Il racconto si snoda lungo un viaggio in treno dove due donne e un bambino si ritrovano alle prese con un mandolino rotto e i cocci da pagare. Che cos’è in fondo la bontà?
 

 

Carlo Corsini legge “Caccia”
“Un mattino di novembre molto prima dell’alba un uomo ancora giovane stava dentro una botte in una palude vicino a Venezia (…)”.
A volte, quando meno te l’aspetti, anche durante una battuta di caccia, ci si può rendere conto di quanto pochi possono essere i nostri desideri e realizzare che la gioventù è finita.
 

 


Margherita Stevanato legge “Dolcezza”
“Un mattino presto di settembre con un’aria salata e molto amara che saliva dal Bacino di San Marco un uomo con polmoni e bronchi un po’ deboli uscì dall’Hotel Danieli (…)”.
Deve passare molto tempo, a volte, per poter scorgere la “dolcezza della vita” e spesso la si trova in qualcosa che non avremmo mai pensato, come una giornata oziosa passata a bighellonare per Venezia.
 


 

Elia Zardo legge “Famiglia”
“Un giorno, anni fa, un uomo che non aveva mai nessuno che girava per casa conobbe una famiglia di nome Tommaseo piena di genitori, figli, zii e nipoti che stavano attenti uno all’altro in una villa in campagna.” Che sapore ha il latte umano? Il protagonista del racconto, assaggiandolo, si rende conto che l’uomo è privilegiato e la sua fortuna è nascere, allattare e vivere.
 

 

Sabina Italiano legge “Felicità”
“Un giorno di grande caldo del 1944 un gruppo di ragazzi sguazzava in un canale di campagna vicino a Padova.”
La felicità si annida nei posti più reconditi, a volte bisogna stanarla, andarla a cercare a distanza di tempo. La si trova anche in un pomeriggio di sole, ai bordi di un canale aspettando che la guerra finisca.


 

Livio Vianello legge “Grazia”
“Un giorno un uomo aveva un appuntamento con una donna al caffè Florian, a Venezia, alle sette e mezzo di sera.”
Un appuntamento programmato con molto anticipo non è detto che si rispetti, potrebbero subentrare degli imprevisti, dei malintesi. Ma quando le cose da lungo tempo programmate si avverano c’è un piacere particolare.


 

Oreste Sabadin legge “Mare”
“Un giorno d’estate un operaio di provenienza contadina con labbra e denti belli e forti, essendo molto caldo e il ferragosto vicino, approfittò delle ferie del mobilificio dove lavorava per andare al mare a Jesolo.”
Il ricordo intenso dell’estate al mare, i bagni, la musica, le pizzerie, la compagnia, sbiadisce lentamente quando si affaccia la malinconia del mare d’inverno.


 

Giacomo Bizzai legge “Paura”
“Una sera di nebbie e sirene al Lido di Venezia una signora sola tornava a casa: aveva settant’anni, era vedova e nella sua vita aveva avuto poca compagnia salvo una serie di gatti siamesi una ventina d’anni prima, poi un bassotto che era morto prestissimo in seguito al suo troppo zelo nel nutrirlo (mangiava solo tagliatelle al burro e fegatini di pollo) e il marito.”
Quando si ha veramente paura? Quando si ha paura di morire. Ma quando si capisce che la propria ora non è giunta, si può tornare a casa, camminando piano però.

 

 

Ultimo aggiornamento: 23-04-2020